\\\ ATTENZIONE!
Quello che non vi hanno ancora detto su La Tour Paris 13 è che sarebbe davvero il caso di arrivare prima dell'orario d'apertura (suggerisco per le 10.30-11) senza dimenticare di portare viveri e acqua, perché probabilmente nel week-end resterete in coda fino a pranzo. Motivo per cui vi conviene andarci in compagnia (così avrete qualcuno con cui sfogarvi o darvi il cambio per andare in bagno). Ve lo raccomanda una che non ha fatto niente di tutto ciò e per questo è rimasta più di 4 ore in piedi senza bere e senza pisciare (con la sola compagnia di Mos Def nelle cuffie). //
Come dice il nome,
La Tour si trova a Paris 13...
Il 13esimo arrondissement fa pensare un pò a Berlino, perché è pieno di nuove costruzioni ed è un mix di generi e atmosfere, da chinatown agli squats, dai cafés sulla Senna ai grattacieli. Io ci andavo per il corso di teatro, per frugare tra le chinoiseries... ma soprattutto a bere vino negli squats o lungo la Butte-aux-cailles. A proposito, vi dice niente questa via? Dà il nome a una battaglia della Comune di Parigi, e infatti alla Commune è intitolata la piazza che vi si incontra. Un luogo di culto della rivoluzione! Va bè, l'ho fatta un pò lunga per farvi "annusare" che La Tour sorge nel posto giusto.
E adesso entriamo...
9 cazzo di piani!!! E ogni piano ha più stanze, dipinte da cima a fondo da artisti di tutto il mondo. La Tour è una vera esposizione "street": gratuita, senza guardiani all'interno che ti seguono come stalker o che si impolverano sulle loro seggioline. Niente laser, niente vetri di protezione, niente cordini, niente di niente: ti potevi spalmare sui muri se volevi.
Un incredibile inventario di stili, tecniche e codici figurativi fa di questo bâtiment un'enciclopedia della street art. Dallo spray ai gessetti, dall'incisione del legno alla lavorazione della carta, dall'illustrazione alla calligrafia, dagli stencil ai poster, dal writing alle installazioni. Affreschi, vetrate e studi della luce mi hanno fatto pensare che l'arte è eterna anche se cambia forma, o nome.
Morale della favola
Non si può più negare che la street art sia l'arte popolare del nostro tempo. Un'affluenza così vasta e variegata di pubblico parla da sola, o meglio dimostra che la street art è in grado di parlare a tutti. Certo, è la street ad essere così democratica, non il writing. E direi che è cosa buona e giusta! Il writing si vuole come un movimento autoriferito, con i suoi codici e le sue regole di iniziazione ed evoluzione. Nessuno vi aiuterà a riconoscere le lettere, potete starne certi! Non è un caso se i tag lasciati in giro non se li filava nessuno... invece guardate qua che Supe! ---->
Il mio weekend underground è proseguito tra l'11esimo e il 20esimo (se non li vedete entrambi, non avete visto Parigi). Ho fatto anche una puntata nella banlieue di Saint Denis per assistere a delle perfomances poco entusiasmanti (ma c'era il vino a un euro, mi hanno ricomprata così!). Purtroppo non ho foto di Saint Denis by night perché la faccia del mio amico diceva "ti prego fammi evitare problemi" e così ho lasciato la macchina in borsa. A proposito di inconvenienti dans la rue, la notte successiva io e le mie amiche l'abbiamo finita in un commissariato di polizia. Ma questa ve la racconto alla prossima puntata!
[Judit, questo post è dedicato a te. Grazie amica mia!]
Ciao!!
RispondiEliminaTi è andata bene se hai dovuto aspettare solo 4 ore!
Io sono andato esattamente martedì scorso, abbiamo fatto una fila di 5.30 ore circa :D
Ma cazzo se ne è valsa la pena :)
Bel post! Sopratutto le foto! In questi giorni pensavo di farne uno anch'io, poi magari te lo segnalo.
Saluti!
Eheh grazie! Linka appena ce l'hai pronto, mi fa piacere ;-)
Elimina