Hanno cancellato le opere di uno dei miei artisti preferiti, e io sono
felicissima.
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photo: Patate&Cipolle |
Non so quante
volte sono passata e ripassata a guardare quei muri a Berlino, e ora non potrò
farlo mai più. Da Blu al nero totale. Cos’ho tanto da sorridere allora?
La cancellazione
di un’opera può essere un’opera d’arte ancora più grande. Non mi credete?
Qui non si tratta
delle solite stronzate di un Comune che imbianca la Street Art o i Graffiti –senza
neanche riuscirci e lasciando imbarazzanti aloni sui muri. Questi murali sono
stati coperti da un collettivo (?) vicino a Blu, e con il suo consenso. E perché?
Perché in quell’area verrà costruito un complesso residenziale che avrebbe
goduto di una vista privilegiata sulle opere e di un prezzo pompato proprio a
causa di questa speculazione.
Il colmo per un artista
che da sempre lotta con gli occupanti e dipinge gratis gli squat per salvarli
da demolizione o evacuazione.
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photo: http://www.nerdcore.de/ |
Insomma ricoprire
le opere è stato un gesto pieno di senso, una performance politica, estetica e
concettuale: un bel dito medio alle agenzie immobiliari e una denuncia
della gentrificazione che anche a Berlino pare inarrestabile. Ora è tutto nero, l’arte è a lutto.
Quello di Blu sembra proprio un black-out: un atto che destabilizza, rompe una falla nel sistema. Si e' spenta un'opera che non poteva piu' comunicare.
Ma invece di disperarci
o fare i nostalgici, abbiamo l’occasione di protestare insieme a lui. Il
sacrificio è di tutti: ci priviamo di un’opera che amiamo, per lanciare un
messaggio piu’ grande. Mi sembra il minimo se la posta in gioco è alta, mi
sembra il minimo se vogliamo lottare. Le rivoluzioni non amano la nostalgia, non guardano indietro ma avanti… Possiamo permetterci di perdere questa e altre migliaia di opere d’arte,
pur di prenderci il futuro.
Ecco perche' sorrido: è tornata l'arte
militante!!