Oggi che la grafica abbonda in virtuosismi formali e un pò meno in 'contenuti', mi sembra importante prestare attenzione alla grafica militante, intesa come strumento d’intervento politico, come veicolo virale di protesta e rivendicazione.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNPuDx8lc51k7nFv3qu-RBZ95n4eSAA6rjfOHGY2OlqfiTo39SwUWpogl5moclAXFCLg6gS0RNN8uLcbHvL4AWvXqlbRuZCzkJ0-FeGpPw14YfzFTBcqOyLg5gD1WeETmoysI0yRvvkWA/s320/299397_285226728157177_229245663755284_1198121_1876733657_n.jpg)
Il testo dice: “Sciopero della fame. Lo stomaco come mezzo di resistenza”. In effetti sulla fionda al posto del sasso (richiamo all’Intifada, simbolo della resistenza Palestinese) c’è uno stomaco. Si esorta a una lotta non violenta. L’arma di protesta è ancora il proprio corpo: lo stesso corpo che è fatto oggetto di soprusi, può diventare testimonianza e motore della rivolta.
Veniamo alla protesta: i prigionieri politici palestinesi hanno portato avanti uno sciopero della fame per manifestare le condizioni disumane nelle carceri israeliane, in particolare di chi viveva in isolamento da un anno.
Lo sciopero è terminato il mese scorso quando si è raggiunto il noto accordo per la liberazione di un migliaio di palestinesi in cambio del rilascio di un soldato israeliano (sbalorditivo il rapporto 1: 1000, per i nazisti era 1:10 no?)
Se vi interessa guardare altre grafiche palestinesi: