martedì 19 marzo 2013

MELANCHOLIA

Sabato sono stata alla retrospettiva su Bas Jan Ader, un artista che ha trasformato persino la sua lapide in arte concettuale  (Winschoten 1942, Oceano Atlantico 1975). Forse il più grande capolavoro realizzato da Bas Jan è stato la sua morte: una performance fino alla fine (fino alla fine del corpo, che non è mai stato ritrovato).  Nella sua vita due naufragi e tante cadute

Partiamo da quelle. Sfidare la gravità probabilmente è una partita persa in partenza (Icaro docet). Ed ogni caduta è comica o tragica, dipende dai punti di vista... così quelle di Bas. Arrampicarsi sul ramo più alto, ciondolare e infine lasciarsi cadere a terra. Che c'è di razionale nel lanciarsi dal tetto di casa propria? La gravità... è ciò che ci tiene attaccati a terra, che ci trattiene dal volare, che ci schiaccia. 

La sera prima della visita alla mostra (per caso?) avevo deciso di guardare per la terza volta Melancholia di Lars Von Trier, forse il primo film in cui "un pianeta che minaccia la terra" mi ha toccato così nel profondo...
Malinconia. Un concetto evidenziato più volte nella mostra di B.J. Ader che, guarda un pò, si intitola "Tra due mondi". 

Bas e Lars, due artisti nati sotto Saturno. Cosa li lega? Perché la poetica dell'uno mi ha rimandato a quella dell'altro?  

"I desired to dive headlong into the abyss of german romanticism. Wagner in spades(...)But is that not just another way of expressing defeat? Defeat to the lowest of cinematic common denominators?" 
 Lars Von Trier (a proposito del film Melancholia), 2011     
     
Melencolia I, Dürer
Romanticismo, soggettività, sconfitta
Il germe della malinconia sta nel sentire di non avere nulla da perdere, o di aver già perso tutto. Oggi la liquidiamo con la parola depressione ed una terapia farmacologica, ma la malinconia è pessimismo cosmico, sentimento filosofico. 
(Mandereste Leopardi dallo psichiatra?)
Siamo soli, dice Lars. In un periodo in cui tutti vedono alieni dappertutto, lui ci ripete: siamo soli nell'esistenza. "I'm to said to tell you" diceva Bas, piangendo davanti alla camera. Soli, come il monaco di Friedrich davanti all'immensità del mare. Come Ader nella sua barchetta a vela in mezzo all'Oceano Atlantico. Come Leopardi nel suo Infinito. Come Claire (altra coincidenza) e il suo alter ego Justine (copywriter depressa...)  di fronte all'universo.
L'arte di concetto può essere romantica 
Il tentativo "scientifico" di misurare il pianeta Melancholia, con uno strumento non più rudimentale del nostro cervello, mi fa tornare a Bas Jan Ader che ripercorre Mondrian e il suo tentativo razionalista, per portarlo all'estremo fallimento. Cade, seppure in diagonale perfetta, ogni pretesa di quadrare il cerchio della vita. 
Si può rendere meno grave questa condizione, senza truffarla? Come si esce dalla malinconia? Leopardi ha trovato la Ginestra, che è un pò come la capanna di rami costruita da Justine. Solidarietà umana di fronte al non senso. Ader è partito "in cerca del miracoloso". Chissà se l'ha trovato. 

Melencolia è il titolo di una magnifica incisione di Dürer, che Ader reinterpreta in una sua fotografia. Mi torna in mente che io stessa l'ho utilizzata, sotto forma di inserti grafici, per le slides di una relazione all'università. Solo l'ennesima coincidenza. Sarà che la malinconia mi appartiene, ma oggi vedo Correspondances ovunque... almeno mi consola sapere di essere in buona compagnia! Buona vita gemelli di spleen.

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