giovedì 31 gennaio 2013

Virus



Saremo pure foderati di aggeggi Apple, ma non siamo dei mac: noi prendiamo i virus. E in questo periodo gira un gran figlio di Trojan che distrugge l'intestino (lo testimonia una sopravvissuta). A chiunque dicessi che stavo male, la risposta era sempre: "oh pesantissimo quel virus, ce l'ha avuto anche.." finchè stamattina ricevo l'sms di un'amica, che vi riporto:



Il virus ha aggredito anche me e non è stato affatto indulgente, anzi devastante direi... ho sentito che ce l'ha talmente tanta gente che se scrivessi un articolo in merito alla nuova arma di distruzione di massa, sPOPOleresti! spero davvero tu stia meglio tesoro... smackete

Interpreto il POPO in maiuscolo come un rimando alla popò, modo carino per dire... [n.d.r. ]

Siccome il lavoro al momento mi succhia tempo e linfa vitale, non ho modo di scrivere questo sicuro bestseller sulle più subdole armi di distruzione di massa. Allora generosamente vi giro l'idea... abbondate di teoria del complotto, cospargete il tutto di simboli massonici, alieni q.b., citate giusto un pizzico gli illuminati e, mi raccomando, splatter a volontà!

Io, da solita depressa di sinistra, preferisco concentrarmi su quell'insensato senso di colpa che ti assale se ti metti in malattia quando stai per morire (e il tuo contratto neanche prevede la malattia perchè dovresti essere free-, ma invece sei solo free-gata, sempre e comunque).

Com'è che ci hanno ammaestrato così bene, Michel?

Post dedicato a Tata Vale che col suo sms ha scatenato tutto.

martedì 8 gennaio 2013

Ceci n'est pas une performance



Weeks and Whitford a Palazzo Bembo
Venezia, Performance art week, 15-12-12
Hybrid body - poetic body












Una collana di cuori. Cuori di vacca su raso rosso.
Ma torniamo indietro (sulla soglia) a quell'odore. Vino, cannella forse. L'aria è pesante, dolce... appassita. 

 

Morsi di mela. 

Rose decapitate. 
Giorni di prigionia.

Si è consumato qualcosa qui...

-è sangue quello? 
Un rito d'amore? Fantasmi... i cuori sono fantasmi, eppure puzzano, grondano sangue -non me li immaginavo così i fantasmi. Però credo di sapere cos'è un cuore: è quella parte di me che ama e soffre, la parte goffa e pesante -un cuore più è grande, più è goffo e pesante. Lei se lo rotola sul petto, come fosse il suo orsacchiotto, ma non funziona, non passa. E lui nemmeno la guarda. Non resta che torturarlo, stritolarlo, macerarlo questo cuore, lanciarlo addosso a chi non vuol saperne: Lui.


Lui lavora. Lavora senza sosta. Lui porta le corna. Si sfrega il corno, lui. Un cerchio magico... il luogo sacro dove tutto ha inizio? Ma lei ne è fuori mentre infila i cuori trafitti.                                  Trofei.                                      Come teste d'animale imbalsamate sopra i caminetti. Cadaveri. Un massacro di tacchi a spillo. Pazza, diranno, masochista. Il rifiuto fa più male.
End
 Perché -a mio maldestro parere- quella a cui ho assistito non è una performance (da body art)? Parlo un pò a vanvera, perché non ho visto tutta la serie "wearing the horns", ma direi  perché non c'è vita vera ma rappresentazione simbolica. Un dramma progettato a tavolino, col quale né il pubblico, né il luogo interagiscono significativamente.  Non c'è pericolo di interferenza che non sia lo squillo di un telefonino. Non ci si assume nessun rischio. Certo i cuori sono reali, l'odore e poi il tanfo lo sono. Ma ecco, sembra più del teatro contemporaneo, con una scenografia barocca. 
Troppo artificio può nascondere la verità istintiva e innovativa del corpo. Non vi pare?
Ecco perché avrei voluto vedere lei a Venezia, ma mi è sfuggita!